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I musei della Restanza

I musei della Restanza

Al via da giovedì 29 aprile il ciclo di seminari online "I musei della "restanza". Il museo come strumento di partecipazione, conoscenza, salvaguardia e promozione dei territori", organizzato dall'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari - Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino in collaborazione con la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici (SIMBDEA) e l' International Council of Museums (ICOM Italia).

«L'etica della restanza è vista anche come una scommessa, una disponibilità a mettersi in gioco e ad accogliere chi viene da fuori. Noi adesso viviamo in maniera rovesciata la situazione dei nostri padri e dei nostri nonni. Un tempo partivamo noi, oggi siamo noi che dobbiamo accogliere. Etica della restanza si misura con l'arrivo degli altri, con la messa in custodia del proprio luogo di appartenenza, con la necessità di avere riguardo, di avere una nuova attenzione, una particolare sensibilità, per i nostri luoghi»

(Vito Teti)

«Il museo, soprattutto il museo etnografico (o demo-etno-antropologico) è oggi un luogo di resistenza e di resilienza, un luogo di immaginazione e di riscatto, presidio della diversità culturale, della memoria e dei saperi del territorio»

(Pietro Clemente)

A partire da queste due suggestive epigrafi il seminario cercherà di illustrare come i musei, diventati icona del patrimonio comunitario diffuso, sia materiale che immateriale, siano in continua trasformazione.

Un aspetto fondamentale del museo moderno è, infatti, l'apertura al territorio; non più esclusivamente santuario della memoria ma luogo di frizione in continua rinegoziazione con i processi identitari del paesaggio antropico di cui fa parte.

Il museo diventa un'entità diffusa, in cui i saperi tradizionali e contemporanei, il "saper fare" del territorio, diventa il principale soggetto espositivo.

I musei affrontano le sfide della produzione culturale contemporanea come soggetto rizomatico, come rete, come entità permeabile, in connessione con le dinamiche culturali che li circondano.

Il ciclo di seminari ha l'intento di uscire fuori dalla retorica dominante della bellezza dei borghi patinati, delle storie di successo e di concentrare l'attenzione invece sulle tante storie di persone normali che vivono il patrimonio, che abitano il patrimonio, che producono e distruggono il patrimonio culturale.

Perché vivere è in prima istanza trasformare, far morire qualcosa per farla rinascere a nuova vita. Questo è a nostro avviso il senso e la sfida che nell'immediato futuro ci aspetta come uomini, come restanti e come studiosi.

Partecipa con Zoom (obbligatorio per la richiesta di riconoscimento crediti e attestati con ore di frequenza)

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